ROMA

Un volume da collezione dedicato alle caratteristiche e alla cultura dell’impero più ampio e longevo del mondo. Al termine delle celebrazione per il bimillenario di Augusto, l’editore FMR pubblica un imponente volume di pregio destinato ad un pubblico di collezionisti e appassionati di arte e cultura: ROMA. Un impero alle radici dell’Europa. I testi sono dello storico e archeologo Livio Zerbini e mostrano come la cultura romana abbia lasciato il segno in larga parte della civiltà europea di oggi e come possa essere utile riflettere sul concetto romano di civitas nel momento in cui è di stringente attualità il tema dell’unità nella diversità dei popoli e delle nazioni europee. L’apparato iconografico è costituito da immagini inedite appositamente realizzate per il volume dal fotografo Luca Campigotto: 146 scatti di luoghi e monumenti di interesse archeologico: Roma, Pompei, Tivoli, Ostia e altre località raggiunte dell’impero romano (Istanbul, Spalato, Merida, Arles, Nîmes, Saint-Rémy-de-Provence…). La lettura per immagini delle vestigia di Roma condotta da un grande artista ci aiuta a ricordare che l’eredità di quel mondo è ancora presenza viva fra noi e che forse dalla storia abbiamo ancora molto da imparare. L’antica Roma rappresenta uno dei capitoli più avvincenti della storia universale: da piccolo villaggio di pastori riuscì a dar vita a un grande impero. Tuttavia, al di là dell’espansione territoriale, l’importanza
della storia di Roma risiede principalmente nella sua eredità culturale, ancor oggi viva, attuale e comune denominatore dei popoli d’Europa. Dall’alfabeto al diritto, dalle tecniche amministrative alle arti, dalla letteratura alle infrastrutture per le città e le comunicazioni, sono nella Roma antica le radici dell’Europa moderna e non solo. Un altro aspetto di modernità della Roma antica risiede nell’aver saputo creare e gestire per lunghi secoli una sorta di “globalizzazione ante litteram”. Il filosofo Rémi Brague, nel suo libro Europe, la voie romaine, afferma che Roma seppe realizzare l’attitudine del “saper ricevere” da altri popoli e culture, sperimentando già duemila anni fa una società in cui non vi erano romani e stranieri, ma cittadini. La cittadinanza romana infatti, al di là delle appartenenze etniche o territoriali, costituiva il “cemento” che permetteva di sentirsi comunque pienamente integrati e partecipi di un unico mondo. L’Europa di oggi, dopo guerre e divisioni profonde, cerca la concordia nella diversità (“In varietate concordia” recita il motto dell’Unione Europea) e dunque, a nostro avviso, non può fare a meno di guardare alle sue radici più profonde e alla lezione di Roma antica.